Monte Ruzzo


 

Continua la nostra carrellata tra i monti della Campania. Siamo ritornati sul massiccio del ∇Matese alla ricerca di un sentiero poco battuto, come nel nostro stile. In fondo non è poi tanto difficile trovarsi in ambienti del genere, dimenticati dalle popolazioni che sono state costrette ad abbandonare questi splendidi luoghi in cerca di fortuna. Qui il turismo si ferma al ristorante e la segnaletica che indica i sentieri ben presto scompare abbattuta dagli elementi. Il nostro intento come Associazione è proprio quello di riportare alla luce queste vie e farle conoscere alla massa, cercando di invogliare escursionisti e semplici turisti, ad infilare gli scarponi e salire su queste lunghe e bellissime dorsali.
Ci incamminiamo lungo un sentiero roccioso che domina la sottostante ∇valle di Letino. Sulle nostre teste incombe la presenza di ∇Monte Miletto, il signore del Matese e di fronte si staglia il ∇Monte Janara. Il percorso per salire al ∇Monte Ruzzo procede abbastanza agevolmente tra boschi e pietraie. Si sale costeggiando un canalone boscoso dall'aspetto impenetrabile fino a quando, usciti dal bosco, si procede su un costone roccioso totalmente privo di vegetazione. Il sole picchia forte e la luce che si riflette sul calcare bianco, brucia occhi e pelle. Di fonti d'acqua neanche a parlarne. In compenso da quassù la vista spazia oltre ∇Letino raggiungendo il ∇Lago di Gallo e in lontananza sconosciute cime innevate. Siamo a quota 1563mt quando ci rendiamo conto che sulle nostre teste c'è solo l'azzurro del cielo. Niente croci, niente cumuli di sassi, niente vernice rossa ad annunciarci la cima. Ma va bene lo stesso, in fondo una vetta è una vetta, chi non si accorgerebbe di trovarsi sul cocuzzolo più alto, con i piedi esattamente sull'obiettivo del proprio viaggio. Il Monte Ruzzo ha nel nome la descrizione della sua principale caratteristica. Rozzo, ma più precisamente ruvido. Superata la fresca boscaglia di faggi ci si trova su una rovente pietraia che porta ad una serie di roccioni. Qui il calcare riflette una luce bianchissima e il colore del cielo diventa di un blu intenso, il colore delle grandi altitudini. La vegetazione è scarsa e non c'è riparo, così il vento soffia incontrastato e l'aria pura e i raggi del sole penetrano le membra in profondità, procurando il profondo piacere di ritrovarsi immersi nella natura più selvaggia.

Se vuoi partecipare ad un'escursione sul Monte Ruzzo, scrivici una e-mail all'indirizzo: dehradun.associazione@gmail.com

Antonio Cella

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