Gli Appennini e il cinema


Quello che spesso colpisce delle cime appenniniche è la sensazione di pace che trasmettono. Al contrario delle rocciose vette alpine, l'Appennino invita ad attardarsi sulle crete erbose e ventilate. Qui la linea di demarcazione tra nord e sud è evidente. Infatti la vegetazione cresce solo sul versante settentrionale, quello meno esposto alla siccità estiva. L'immaginario cinematografico ha creato su queste dorsali l'estetica dei film storici, dal "Nome della rosa" a "Ladyhawke" e da allora difficilmente si è scostato da un'idea di medioevo/fantasy grigio e ventoso.Le brume che si incastrano nel bosco hanno creato la luce perfetta per dare colore ai duelli dei cavalieri o alla fuga di giovani briganti incappucciati. Spesso nel sottobosco ricoperto da muschi e foglie secche, si allestiva l'accampamento di monaci scalzi che conservavano nel loro umile bagaglio gli scritti del santo più importante d'Italia.
Ne "Il nome della rosa" sono state utilizzate tante location storiche in giro per l'Europa. Le scene in cui Guglielmo e Adso viaggiano per lande desolate a dorso di mulo tra bianche distese e leggere nevicate, sono state girate in Abruzzo in particolare ai 1800 metri di quota di ∇Campo Imperatore.
Un altro film famoso soprattutto per gli appassionati di fantasy è Ladyhawke, grazie al quale intere generazioni di donzelle hanno sognato di dividere un giaciglio di pelli d'orso con il taciturno cavaliere nero. Il castello diroccato, rifugio del rude monaco Imperius, si trova realmente in Abruzzo, è la ∇Rocca di Calascio a pochi chilometri da L' Aquila e dal Gran Sasso. La verità è che il passo del viandante su queste alture incontra ancora oggi suggestioni che lo accompagnano tra cavalieri e maghi, il cui ricordo si è ormai perso tra le nebbie.

Antonio Cella

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