Esistono luoghi irraggiungibili


Esistono luoghi che gli escursionisti desiderano raggiungere con tutte le loro forze. D'altro canto, esistono luoghi che la natura desidera mantenere segreti con tutte le sue forze. A noi non resta altro che ammirare le bellezze della montagna e conservarne il ricordo.
In cosa si misura la bravura di un alpinista, nell'arrivare sempre in cima o nell'avere il coraggio di fermarsi a pochi passi da essa? Spesso si ha il desiderio di raggiungere un punto della montagna che sembra a portata di mano, basterebbe allungare un piede per raggiungerlo, e pure questo movimento risulta difficile, quasi impossibile. Misurare i limiti di ognuno di noi, accettare di tornare indietro al momento giusto, questo trasforma un uomo in un grande uomo.
In passato ci sono stati momenti in cui l'umanità si è chiesta il perché di un alpinismo spinto al limite senza trovare una giusta risposta. Da un lato la montagna immobile, dall'alto l'uomo con la sua voglia di esplorazione e l'incapacità di accettare la sconfitta.
Mi torna in mente ad esempio, l'epopea della ∇nord dell'Eiger, quando tanti giovani alpinisti cercavano il primato della prima ascensione e tingevano con il loro sangue le rocce dell'"Orco". A volte la fase più difficile di una scalata è tornare a casa, avere la capacità di misurarsi con le forze della natura e scegliere di tornare indietro. Avere rispetto per la montagna significa in fondo avere rispetto per se stessi e per la vita.
Se volete approfondire l'argomento, vi consiglio il film Nordwand che racconta la storia di una sfortunata spedizione sull'Eiger.

Antonio Cella

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