DehrArchivio

 

Dehrarchivio è la nuova rubrica con scadenza mensile che proponiamo ai nostri lettori. L'Associazione conserva nei propri archivi una modesta collezione di cimeli di ogni genere legati alla montagna e alla sua storia che intendiamo condividere con voi.
Oggi vi mostriamo alcune pagine del Canone Buddhista Tibetano. In sostanza il Canone è un insieme delle più importanti scritture buddhiste del ∇Tibet, come la Raccolta delle parole del Buddha e la Raccolta dei commenti. Ovviamente quelle che vedete non sono manoscritti databili con sicurezza e molto probabilmente appartenevano a qualche monaco che li ha dismessi per sostituirli con una copia più recente. Ma la provenienza è certa. Un uomo del Tibet che a malapena conosceva i rudimenti dell'inglese pensò di cederle a noi dopo una lunghissima trattativa. Quello che colpisce di più è che siano scritte tutte a mano libera. In pratica è come se il parroco della vostra città decidesse di cambiare la sua vecchia e logora Bibbia, ricopiandola di sana pianta in bella copia.
Il tempio Buddhista più famoso al mondo è il ∇Potala di ∇Lhasa. Situato a 3650 mt di altezza, nel 1642 divenne la residenza del Dalai Lama fino a quando nel 1950 l'invasione da parte della Cina ∇spazzò via centinaia di anni di cultura tibetana, comprese opere di inestimabile valore artistico come gli antichi Codici miniati. Dell'antico ∇splendore dei monasteri tibetani è rimasto ben poco, grazie soprattutto alla tenacia di questa gente che non vuole rinunciare alla propria cultura. Oggi molti monaci conducono una vita al limite della sopravvivenza, tirando avanti con le offerte di poveri contadini e vivono in modesti ricoveri, tra ∇alture inaccessibili e nascosti agli occhi del mondo.
E' da qui che arrivano le nostre pagine, appartengono a quelle storie di sacrificio e meditazione degne del Codice Buddhista più severo. Sono passate di mano in mano lette e declamate da intere generazioni di monaci sempre sorridenti nella loro imperturbabile e ascetica consapevolezza. Chissà se quel piccolo uomo che le ha date a noi non fosse stato in passato un monaco che, ormai lontano dalla ∇sua terra, decideva di liberarsene definitivamente, perché simbolo ormai di un tempo che non tornerà mai più.

Antonio Cella

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